Razze locali, allevamento en plein air, benessere animale, ma soprattutto niente nitriti e nitrati. Fare salumi naturali è possibile, oltre che sano e giusto.
Vi proponiamo un viaggio che esplora alcuni fra i più interessanti prodotti della norcineria italiana.
- Il piemontese salame delle Valli tortonesi (Presidio Slow Food). Da consumare crudo, è notevole dopo tre mesi di affinamento, ma quando supera l’anno offre una complessità organolettica straordinaria. Resta dolce, succoso, invitante e assume profumi intensi di sottobosco, di noce, di muffe nobili. La sua lavorazione prevede l’utilizzo nell’impasto di vino locale.
- Il marchigiano salame di Fabriano (Presidio Slow Food), fiore all’occhiello della cultura gastronomica locale, lo si ottiene macinando la parte più pregiata del maiale, il prosciutto, impastandola con sale e pepe e insaccando l’impasto nel budello gentile.
- La campana salsiccia rossa di Castelpoto (Presidio Slow Food), ricavata lavorando carni suine scelte (prosciutto e spalla) con lardo e pancetta e addizionandovi polvere di peperoncini – dolci o piccanti – coltivati in loco, i papauli in dialetto locale.
- La siciliana salsiccia di Palazzolo Acreide (Presidio Slow Food), prodotto di una tradizione antichissima le cui radici risalgono all’epoca romana. La salsiccia – ricavata da gola e guanciale, lardo, coppa, lombo o lonza, spalla, zampino, pancetta, coscia e grasso – era la produzione più pregiata delle famiglie locali, in quanto in grado di garantire un doppio consumo: si mangiava sia fresca (per insaporire altri piatti o alla brace), sia essiccata.
Evento acquistabile online fino alle 12 del 7 ottobre.
Altre informazioni
Lingue dell'evento: Italiano, English
Luogo dell'evento: Torino - EatalySala Punt e MesTorino, Torino (Italy)